Ragadi

Ragadi, cosa sono?

Ragadi anali
Rappresentazione di una ragade anale.

Il termine ragade indica una fessurazione lineare della cute che può interessare i piani superficiali epidermici ma anche più profondamente il derma. Normalmente le ragadi si formano per azione traumatica di tipo meccanico. A seconda della gravità della lesione si possono distinguere ragadi di primo grado, le più superficiali, non dolenti; ragadi di secondo grado, che raggiungono lo strato malpighiano della pelle e sono moderatamente dolenti e a volte anche secernenti sostanza mucosa, e infine le ragadi di terzo grado, molto dolenti e secernenti in modo continuo, che si approfondano fino al derma. Le ragadi di terzo grado possono anche facilmente sanguinare. Particolarmente importanti da un punto di vista medico sono le ragadi anali e quelle del capezzolo. Le ragadi anali sono caratterizzate dalla formazione di una fessura che dall’alto si sposta in basso verso il contorno dell’apertura anale, di solito nascoste tra le pieghe della mucosa anale, al suo passaggio con la cute esterna. La ragade anale determina anche nelle forme a lungo decorso la formazione di una papilla ipertrofica per occlusione delle vie linfatiche locali, detta anche nodulo “sentinella”. La terapia può essere locale con unguenti e pomate e nei casi più recidivi chirurgica, con asportazione della ragade e del nodulo. Le ragadi del capezzolo si formano di solito in seguito al meccanismo di suzione durante l’allattamento del neonato da parte della puerpera, favorito nel loro insorgere dal particolare turgore della ghiandola mammaria e dalla tensione degli strati superficiali del derma. La ragade del capezzolo è particolarmente pericolosa perché può, se non ben curata, costituire la porta di ingresso di germi patogeni con complicazioni in mastite o perimastite. Anche in questo caso la terapia è fondamentalmente locale ed esterna, unita alla pratica di una igiene scrupolosa.

Cause e terapia dei vari tipi di ragadi

Le ragadi sono delle piccole ulcerazioni della pelle, più frequentemente delle mucose: labbra, ano, capezzoli, ed hanno in comune il fatto di produrre forti dolori e piccole emorragie. Le ragadi alle labbra si curano col burro di cacao, quelle dell’ano e dei capezzoli sono invece più gravi.

Le ragadi all’ano sono conseguenza della stitichezza cronica, e si manifestano con violenti dolori al momento della defecazione; se non vengono curate con pomate lubrificanti e supposte, può rendersi necessario un intervento chirurgico; le ragadi ai capezzoli sono un inconveniente delle donne che allattano e si curano facendo uso di paracapezzoli, i quali hanno anche una funzione terapeutica. Sebbene più raramente, delle ragadi possono formarsi anche sulle mani, e nei diabetici, infine, possono a volte comparire ragadi al prepuzio.

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